La scena del dipinto si svolge sullo sfondo di un cielo cupo, gonfio di nubi all'orizzonte, che dà all'osservatore la sensazione di una sciagura imminente. Gesù Cristo è posto in maniera diversa rispetto a tutte le altre rappresentazioni in quanto è proteso in avanti piuttosto che aver la testa appoggiata sulla spalla. La sua figura appare isolata, circondata da un alone luminoso sul capo. Le sue braccia sembrano abbracciare il mondo e diffondere luce e dolore contemporaneamente. Posta sotto la croce c'è Maria, assieme a S. Giovanni, i quali piangono la morte di Cristo. I due ladroni dietro di Cristo stanno per essere issati. I soldati sono racchiusi in piccoli gruppi: due soldati in basso a destra, in una buca, si giocano a dadi la veste di Cristo; alcuni uomini a cavallo guardano indifferenti o compiaciuti la scena.
L'opera è brulicante di personaggi, potrebbe risultare apparentemente caotica ma se osservata meglio i personaggi sono ben distinti. Lo spazio del dipinto è costruito intrecciando due composizioni: una si allarga verso l'orizzonte e l'altra converge verso l'osservatore, coinvolgendolo direttamente nel dramma. In primo piano si notano delle figure chiaroscurate e plastiche, definite da una linea di contorno energica, con alcuni volti il cui realismo fa pensare a veri e propri ritratti e sullo sfondo comparse tracciate solo con piccoli tocchi di pennello; i personaggi a cavallo sono disposti specularmente ai lati della scena, formando un piano prospettico verso l'orizzonte.
La luce è un dato molto importante: infatti Tintoretto studiava prima la luce del luogo in cui sarebbe stata inserita l'opera. Le figure sono poste in uno scenario cupo ma grazie alla luce gialla sono ben evidenti; questa luce proviene da tre punti: dietro alla croce di Cristo tra le montagne, da Cristo e da destra.